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Questo volume documenta, attraverso un meticoloso scavo d'archivio, la vita di Marineo e dei marinesi dal 1750 al 1860 e ne affronta i nodi cruciali, dalla fine del possesso dei Pilo, ultimi signori feudali del paese, sino alle soglie dell'Unità. Documenta il travaglio di una comunità alle prese con eventi e momenti di crisi gravissimi dovuti alle malattie endemiche, a frequenti carestie, alla frana del 1800, al colera del 1837 e soprattutto alla povertà strutturale di una società la cui economia era basata sulle risorse della terra, con tutto il peso del groviglio di rapporti squilibrati allora vigenti tra proprietari e contadini. Il filo rosso che lega le vicende del periodo è il nascere e il formarsi dell'élite locale che, inserendosi in maniera spesso convulsa e opportunistica nei grandi snodi delle vicende siciliane della prima metà dell'Ottocento (i moti del '20, la rivolta del '37, i moti del '48 e del '55), gestì il potere locale, per la conquista del quale ricorse ad ogni mezzo lecito e illecito, ivi compresi disordini e violenze, a volte con metodi che non esitiamo a definire mafiosi ante litteram.